Musica

ROBYN HITCHCOCK @ FOLK MEETINGS 2011 - TEATRO CIVICO DALMINE

ROBYN HITCHCOCK @ FOLK MEETINGS 2011 - TEATRO CIVICO DALMINE

Onore e gloria a Geomusic di Gigi Bresciani che con la collaborazione del comune di Dalmine e sfidando gli ormai risaputi tagli alla cultura (eh sì, perché anche la musica è cultura… Incredibile eh?) ed un pubblico sempre più refrattario alle novità ed alla curiosità, porta avanti un discorso, per questi tempi, coraggioso. Come definire altrimenti la rassegna Folk Meetings 2011 ed il fatto di aver portato nella provincia bergamasca, nella serata di chiusura, un artista di culto come Robyn Hitchcock ?
E’ vero che purtroppo la sala del teatro civico era mezza vuota (o mezza piena, a volerla vedere in modo ottimistico) e la cosa un po’ metteva tristezza specialmente dopo il sold out di Elliott Murphy della settimana precedente che aveva fatto ben sperare, ma mai come questa volta il torto è stato degli assenti e nulla dovrebbe essere di rammarico per l’ organizzazione. Purtroppo ci si deve rendere conto che non sarà facile “risvegliare” la curiosità della gente dopo quasi venti anni di martellante, continua anestetizzazione operata da buona parte dei media (checché ci sarà sempre qualcuno pronto a mettere la mano sul fuoco dicendo che tutto questo non sta accadendo né mai è accaduto, anzi…). Inutile negare che il risultato di cotanta opera lo abbiamo sotto gli occhi ogni qualvolta vengano proposti incontri, rassegne o spettacoli che vanno “ fuori dal seminato”.
Detto ciò è stato un piacere uscire dal suddetto seminato, questa volta grazie al concerto di Robyn Hitchcock in duo con la violoncellista Jenny Adejayan.
La serata viene aperta dai Rusties, gruppo “locale” ma giustamente riconosciuto ed apprezzato anche fuori dai confini lombardo-veneti e, udite udite, anche oltre! Partiti come cover band di valore del repertorio di Neil Young, nel corso degli ultimi anni i Rusties sono arrivati, con ottimi risultati, ad una propria solidità creativa che li porta - in un set di quasi un’ ora ed in formazione acustica con Marco Grompi e Osvaldo Ardenghi alla voce e chitarra e Jada Salem al violino - a proporre brani dai loro due album originali Move Along e Wild Dogs. I Rusties sono stati un valore aggiunto di non poco conto e Soldier Of Fortune, Not Enough Love e Lose My Love, tra le altre canzoni eseguite, hanno contribuito a creare il giusto clima per una serata davvero interessante.
Sobria camicia a fiorelloni rosa, capigliatura bianchissima e  ironia british, Robyn Hitchcock irrompe in scena armato di chitarra acustica pochi minuti dopo la fine del bel set dei Rusties e, in solitaria, apre le “ostilità” con I Often Dream Of Trains subito seguito da I Don't Know Why She Never Gets Anywhere With You. Inizia così un concerto che, complice una discografia sterminata,  percorre quasi trent'anni di carriera saltando avanti ed indietro nel tempo, alternando ripescaggi insperati - la già citata I Often Dream... -  a canzoni più recenti tratte dagli ultimi album, su tutti quel Propellor Time che lo scorso anno ha raccolto moltissimi consensi.
Eclettico e geniale come pochi altri (di altrettanto genialoide mi viene in mente solo David Byrne), Robyn Hitchcock ha costruito la propria carriera di culto ( prima con i Soft Boys, poi, dopo varie collaborazioni eccellenti e parentesi soliste, con gli attuali Venus 3) grazie ad una continua  ricerca musicale ma soprattutto grazie a testi caustici e surreali che spesso, pur avendo anni sul groppone, non hanno perso nulla del loro acume.
Raggiunto dalla bravissima violoncellista Jenny Adejayan, che contribuisce ad arricchire i brani di sonorità inaspettate, Robyn inanella una serie di canzoni – inframezzate da siparietti e traduzioni irresistibili in italiano ( volutamente ?) storpiato, da non capirci se davvero “ci è o ci fa”  – per una tracklist da rimanere a bocca aperta. Difficile scegliere la più bella ( e per fortuna nessuno costringe a farlo!) tra le grandi Museum Of Sex, Sounds Great When You're Dead o Dismal City, si può solo restare ad ascoltare chiedendosi come mai, perchè, si debba preferire stare davanti ad un televisore quando in un teatro a pochi metri da casa ( ok, non per tutti...), si sta esibendo uno dei tanti geni misconosciuti della musica moderna. E così, dall'inizio del concerto, fra un' inaspettata Comme Toujours e la finale Ole! Tarantula, scorre un'ora di intelligenza ed ironia in musica ed è amaro il momento in cui ci si rende conto che il concerto sta per chiudersi. C'è ancora il tempo per tre bis di classe, tre cover di lusso: A day In the Life dei Beatles - con Marco Grompi a raggiungere Robyn per un duetto che è stato senza ombra di dubbio uno dei punti più alti della serata -, Crystal Ship dei Doors e la dolcissima, finale, River Man di Nick Drake.
A fine concerto ci si sposta nel foyer del teatro e, in attesa di essere raggiunti da Robyn e da Jenny per i saluti e gli autografi di rito, è bello vedere che viene naturale fermarsi a chiacchierare ed a commentare la serata con persone sconosciute che difficilmente avrò il piacere di incontrare nuovamente e questo mi fa pensare ancora a quanto torto possano sempre avere gli assenti quando, per mancanza di interesse o accidia o chissà per quali  altri motivi, si perdono occasioni come queste. Per noi che c' eravamo è stata sicuramente una serata da ricordare, per gli altri..beh, che si accontentino del Grande Fratello.

 

P.S.: Un ringraziamento particolare e di cuore a Dario Regis per avermi fornito la scaletta del concerto e a Mauro Regis per le splendide foto.




Setlist

I Often Dream Of Trains
I Don't Know Why She Never Gets Anywhere With You
Wreck Of The Arthur Lee
Luckiness
Museum Of Sex
Sometimes A Blonde
Dismal City
Sinister But Happy
You & Oblivion
Sounds Great When You're Dead
Old Man Weather
Comme Toujours
Up To Our Nex
Ole! Tarantula


A Day In The Life ( Beatles) con Marco Grompi
Cristal Ship ( Doors)
River Man (Nick Drake)